Ricordi le tue pubblicità preferite da bambino? Quel jingle che ti rimane in testa? Quei personaggi che ti hanno fatto ridere a crepapelle?
La pubblicità può essere arte. E per noi di Deep Marketing è l'arte che guida le nostre vite.
Per questo abbiamo deciso di regalarti un lista di dieci spot che hanno tracciato la linea più alta nel marketing. Per ogni commercial troverai la nostra analisi, i suoi effetti e alcune curiosità.
Iniziamo combinando lacrime e risate: Ikea Lamp.
Ikea: Lamp
Lo spot IKEA del 2003 diretto da Spike Jonze è una delle pubblicità più iconiche della cultura mass market, eppure poco conosciute nel nostro paese. Segue la piccola parabola di una lampada mentre viene gettata senza tante cerimonie nella spazzatura, solo per essere presa in giro alla fine da un passante. La commovente/grottesca storia è raccontata dal punto di vista della lampada, creando una connessione emotiva con gli spettatori che viene infine devastata.
Ikea Lamp
Come se non bastasse, a metà del racconto si vede l'ex proprietaria che interagisce con la propria nuova lampada di zecca nel caldo rassicurante di casa, solleticando in chi guarda sensazioni paradossali di solitudine, amicizia, disagio, rassicurazione. Con la povera lampada "gettata" che vede tutto questo e sembra anelarlo. Questo innesto rasenta l'arte.
Finché lo spot non si chiude con il fatidico pianoforte in testa, e le parole dell'attore al pubblico:
Many of you feel bad for this lamp. That is because you crazy [sic]. It has no feelings, and the new one is much better! Molti di voi si sentono male per questa lampada. Questo perché siete pazzi [sic]. Non ha sentimenti, e quella nuova è molto più bella!
Lo spot per anni è rimasto un eccezionale esempio di pubblicità profondamente efficace e empatica, capace di collegare il cuore dei clienti al prodotto e di far ridere.
Ha scatenato montagne di conversazioni sul consumismo e sui rifiuti. Di fatto, è stata un meme culturale.
Durante il periodo in cui è andato in onda lo spot IKEA, le vendite di mobili IKEA sono aumentate dell'8%. Lo spot ha ricevuto numerosi premi, tra cui un Grand Clio e il Grand Prix al Cannes Lions International Advertising Festival.
Armani: Acqua di Gioia
Lo spot di Acqua Di Gioia Eau De Parfum, uscito nel 2010, è uno dei commercial più memorabili e creativi di tutti i tempi. Presenta un'atmosfera tranquilla e pacifica che cattura l'essenza e la gioia del profumo Acqua Di Gioia.
Acqua di Gioia
Lo spot presenta una giovane donna circondata da una natura rigogliosa e vibrante mentre si gode uno spruzzo rinfrescante di Acqua Di Gioia. Lo spot è pieno di elementi creativi eccezionalmente ben innestati tra loro come la musica rilassante ma in ascesa, i primi piani della natura viva, gli occhi della modella. Tutti evocano una sensazione indescrivibile di gioia, potenza e relax.
Lo spot è diventato una rappresentazione iconica del marchio Acqua Di Gioia, che da allora si è posizionato stabilmente in alto nelle vendite di tutti i profumi ed è riconoscibilissimo anche dai non esperti - cioè viene individuato anche dai "light buyer" di categoria, il target più importante nel marketing.
Difficilmente potremo dimenticare la sua colonna sonora, così struggente e epica.
Nike: Just do it
La campagna Nike "Just Do It" è stata lanciata nel 1988 e da allora è diventata una delle piattaforme pubblicitarie più iconiche di sempre.
Lo slogan è stato creato da Dan Wieden, il fondatore dell'agenzia pubblicitaria Wieden Kennedy, ed è diventato sinonimo di Nike. Lo slogan è rilevante oggi come lo era quando è stato trasmesso per la prima volta e parla della natura competitiva dei prodotti Nike e degli atleti ad essi associati.
Lo spot che ha lanciato la campagna è ancora altrettanto memorabile e mostra un signore non più giovanissimo che semplicemente va oltre i suoi limiti di età e fisico. Semplicemente: corre.
Just do It, primo spot in assoluto
Analisi dello slogan
Lo slogan è stato ispirato da una fonte piuttosto oscura: le ultime parole del detenuto Gary Gilmore, prima di affrontare il suo plotone di esecuzione.
Gary Gilmore
Nike ha capitalizzato questa frase ispiratrice e potente nella sua pubblicità, e presto è stata adottata come stile di vita da molte persone. È stata parte integrante della loro aggressiva campagna di marketing sin dal 1988, con Nike che ha speso ben 40 milioni di dollari in pubblicità solo quell'anno. 25 anni dopo, lo slogan risuona ancora tra le persone di tutto il mondo.
Old Spice: The Man Your Man Could Smell Like
Old Spice, "Man Your Man Could Smell Like", è stata un una operazione esplosiva e dai risultati pressoché istantanei. È entrata nella "hall of fame" del marketing alla velocità della luce.
Lo spot è ancora celebrato per la sua miscela creativa di umorismo, narrazione e promozione del prodotto in uso.
Old Spice, l'uomo al cui profumo il tuo uomo potrebbe assomigliare
La campagna ha portato a un aumento delle vendite del 125%, un massimo storico per il marchio. Ha avuto un tale successo che il video di YouTube ha ricevuto 10 milioni di visualizzazioni nella prima settimana ed è stato persino insignito del Leone d'oro al Cannes Lions, un prestigioso premio pubblicitario.
Il rebranding e il riposizionamento di Old Spice è stato un modo efficace per coinvolgere i consumatori e ha cambiato la percezione del marchio da parte delle persone. Non solo ha stimolato le vendite, ma ci ha anche insegnato una lezione preziosa: un prodotto edonico può essere presentato in modo divertente.
Android: Be Together, not the Same
Lo spot di Android presenta simpatici animali di specie diverse a coppie che interagiscono e stringono improbabili amicizie, mostrando il potere dell'unione. È stato un modo intelligente per rafforzare la missione di Android di essere universalmente accessibile a tutti.
Un messaggio semplice, una strategia lineare, una realizzazione intelligente e ben riuscita.
Stiamo assieme, seppur differenti, Android
Lo spot è stato ampiamente apprezzato per la sua esecuzione creativa e il pubblico ha adorato l'umorismo dolce e il messaggio trasmesso. Ha suscitato grande attenzione, milioni di spettatori l'hanno guardato e riguardato, condiviso, discusso. Ha avuto degli effetti sia sulle vendite di Android che sulla sua brand equity e apprezzamento, qualcosa che il sistema operativo alternativo ad Apple ha sempre faticato a riscuotere. Essendo troppo spesso visto come "di serie B" rispetto ai software della Mela.
Ha aiutato le persone a capire perché Android fosse la scelta migliore per loro e le ha incoraggiate ad acquistare i suoi prodotti.
John Lewis: Man on the Moon
Lo spot "Man on the Moon" di John Lewis del 2015 ha fatto parte di una immensa campagna con investimenti milionari. E l'effetto si vede. Poetico e commerciale allo stesso tempo.
Presenta una giovane ragazza che cerca di rallegrare un signore apparentemente bloccato sulla luna. Come riesce a vederlo? Come interagisce con lui? Che impatto emotivo si crea? Come si chiude la loro relazione di amicizia? Tutto questo trova risposta in una narrazione epica e intima allo stesso tempo.
Lo vedi il signore sulla Luna?
Per estendere la portata dello spot, John Lewis ha rilasciato un'applicazione di accompagnamento che utilizzava la realtà aumentata per dare vita alla Luna quando veniva puntata su poster speciali e sui negozi John Lewis. Lo spot è stato un incredibile esempio di marketing emotivo. Il suo successo ha fatto sì che altre aziende, come Aldi, creassero la propria parodia di "Man on the Moon" come spot natalizio.
La campagna "Man on the Moon" di John Lewis dimostra che più del 90% dei consumatori vuole che i marchi facciano pubblicità creative e che che sembrino una storia, e questo obiettivo è stato certamente raggiunto. Si è trattato di uno spot incredibilmente toccante e dal successo più che meritato.
Volkswagen: The Force
Siamo sicuri l'abbiate visto più volte.
Che la forza sia con te! Oh no?
Lo spot "The Force" di Volkswagen è andato in onda durante il Super Bowl 2011, rivoluzionando il modo in cui gli inserzionisti si avvicinano al Super Bowl e alle sue spese pubblicitarie assurde. Il successo è stato immediato e rivenditori e media hanno registrato in larghissima parte reazioni positive allo spot. È stata una delle pubblicità più popolari e acclamate dalla critica tra quelle realizzate durante la partita di quell'anno.
Lo spot mostrava un ragazzino vestito con un costume da Darth Vader che cercava di usare la "forza" per spostare gli oggetti. Ci riesce solo alla fine, ovviamente grazie a Volkswagen. Lo spot creava un forte legame emotivo con il marchio sfruttando l'iconico personaggio di Star Wars. Inoltre,
Lo spot ha contribuito ad aumentare la consapevolezza e la reputazione del marchio VW.
Lo spot di Volkswagen ha portato anche a interessanti effetti collaterali. Greenpeace ha iniziato a fare parodie dello spot per attirare l'attenzione sulla propria causa e sensibilizzare l'opinione pubblica sullo scandalo VW Dieselgate. Come accennato, lo spot ha anche stabilito un nuovo precedente per le pubblicità del Super Bowl, creando quella che è diventata nota come la "battaglia dei marchi".
Bud: Lemonade
Questo è uno dei nostri preferiti per due ragioni: una costruzione tecnica meticolosa e un livello di creatività iperbolica semplice ma efficace.
Se la vita ti offre limoni...
Lo spot ritrae degli amici che si godono un drink insieme mentre entrambi sorseggiano inconsapevolmente una deliziosa e rinfrescante Limonata Bud Light Seltzer. Si inizia a parlare del malefico anno 2020. E da lì assistiamo a una trasmutazione realistica del famoso detto anglosassone "se la vita ti offre limoni, fatti una limonata". Tradotto: quando tutto va male, rilassati e fai del tuo meglio per ricavarne qualcosa.
Il pubblico ha adorato l'approccio scanzonato e umoristico alla pubblicità. Ed è riuscito in un intento complicatissimo: spingere tra la popolazione in nuovo prodotto. Grazie al suo messaggio, le persone hanno chiesto a gran voce di provare questa combinazione unica di birra e limonata.
Lo spot è servito anche ad aumentare l'appeal del marchio e ha suggerito nuovi casi d'uso (uno dello scopo del marketing), perché ha evidenziato la versatilità di Bud Light Seltzer, che può essere gustato in molteplici modi.
Coca Cola: Holidays are Coming
Non esistono festività senza uno spot di Coca-Cola. Lo sappiamo. Sanno fare il proprio mestiere.
La pubblicità "Holidays are Coming" è diventata una tradizione natalizia molto amata dalle famiglie e dai bambini in tutto il mondo. Se avete qualche capello bianco ricorderete certamente questo spot diffuso pure sulla reti italiane e a più riprese.
Coca-Cola è il Natale
L'iconico commercial è stato lanciato per la prima volta nel 1995 e presenta un tipico camion rosso brillante della Coca-Cola che attraversa vari paesaggi invernali. La musica è immediatamente riconoscibile per molti spettatori ed è spesso associata alla stagione delle feste.
Di fatto, l'intero messaggio si basa sulla costruzione di reti di connessione tra diversi asset associati al marchio (colore rosso, camion, inverno, feste, famiglia, serenità, musica emozionale) e rappresenta un "masterpiece" del branding che funge da ispirazione per noi marketer.
Lo spot ha avuto un'immensa popolarità e successo. È stato visto da decine di milioni di persone in tutto il mondo. È diventato un'icona culturale. Lo slogan "Holidays are Coming" è divenuto epitome dell'inizio della stagione natalizia. L'accoglienza dello spot da parte del pubblico è stata estremamente positiva e molti hanno ammesso che i concetti di nostalgia e la valori del marchio sono stati evidenti fattori di successo.
In termini di effetti sul marketing e sulle vendite, lo spot di Coca-Cola ha avuto un effetto strabiliante. Trasmesso a livello globale in 91 mercati, ha incrementato notevolmente le vendite durante le festività natalizie ed è diventato una parte essenziale delle campagne natalizie di Coca-Cola.
Babbo Natale
La storia di Babbo Natale e Coca-Cola è intrigante.
Nel 1931, Archie Lee, tra i dirigenti della società partner di Coca-Cola D'Arcy Advertising, voleva che le campagne natalizie del brand presentassero un Babbo Natale realistico e iconico. Così Coca-Cola ha incaricato l'illustratore Haddon Sundblom di creare una grafica pubblicitaria con Babbo Natale, ma che mostrasse letteralmente un Babbo Natale molto umano e verosimile. Un "vero" Babbo Natale. Il cappotto rosso già era iconico, serviva poco per fare l'ultimo passo.
Sundblom si è ispirato alla poesia del 1822 di Clement Clark Moore "A Visit from St. Nicholas". La rappresentazione di San Nicola di Moore ha prodotto un'immagine calda e accogliente di un Babbo Natale paffuto e dai tratti molto umani.
Il Babbo Natale di Sundblom ha debuttato in una pubblicità della Coca-Cola sul Saturday Evening Post nel 1931 e, da lì, è apparso regolarmente sulla rivista, così come sul, National Geographic e altri giornali. Per arrivare poi agli spot.
Amazon: Alexa lost her Voice
Autoironia. Arte dimenticata nel mondo dei fuffaguru e dei proclami di sconosciuti e inetti ad essere i migliori al mondo.
Lo spot 2018 di Amazon "Alexa Lost Her Voice" è stata una delle campagne più creative e di successo di quell'anno. Presenta redazioni, contesti umani e team frenetici, dove la notizia principale è che Alexa ha perso la voce. Il commercial mostra un Jeff Bezos dall'aria preoccupata, che chiede ai suoi di trovare velocemente un sostituto per Alexa. La preposizione "lei", già dal titolo, rafforza il genere femminile - quindi l'umanità - del dispositivo, nonostante la mancanza di una forma fisica.
Nel tentativo di trovare una nuova "voce" per Alexa, Amazon arruale diverse celebrità, tra cui Gordon Ramsey e Rebel Wilson. E qui inizia davvero lo spasso.
Lo spot è stato accolto con una ovazione popolare, ricevendo subito milioni di visualizzazioni e like sulle piattaforme dei social network. Ha avuto un effetto immediato sulla consapevolezza di brand e sulle vendite della gamma di prodotti Alexa, con Amazon che ha registrato un aumento esplosivo delle vendite dei suoi Echo Dots.
Oltre all'umanizzazione dei dispositivi, la creatività ha evidenziato l'importanza di controllare la tecnologia piuttosto che esserne controllati. Qualche di abbastanza paradossale visto lo strapotere di Amazon e l'ombra pesante delle Big Tech sulle nostre vite. Ma inutile negarlo: ha toccato nervi scoperti. In modo divertente, autoironico, originale.
Un gran lavoro.
Alexa perde la voce!
Metro Trains: Dumb Ways to Die
In questa lista, questo spot è in assoluto il preferito di Francesco Galvani, CEO di Deep Marketing.
Il video, realizzato da Metro Trains di Melbourne per sensibilizzare i più giovani alla sicurezza contiene una melodia a dir poco seducente e personaggi dei cartoni animati che subiscono una serie di morti bizzarre. Niente di più. Eppure è fenomenale.
Esistono tanti modi stupidi per farla finita!
L'obiettivo della campagna? Semplice: imparare a fare attenzione ai treni. Il successo è stato enorme. Questo spot è diventato il più celebrato ai premi di Cannes e ha goduto di oltre 164 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Inoltre, materiale derivato come un gioco per cellulari, giocattoli e persino un libro per bambini hanno aumentato la portata di questa promozione. Ed è pure riuscito alla grande nel suo intento: la Metro Tranis riferisce che il numero di incidenti "sfiorati" è diminuito di oltre il 30% grazie a questa campagna.
Non riuscirete più a staccarvelo dalla testa!
Il marketing è una cosa seria
Se questi spot vi hanno commosso, fatto sbellicare dalle risate o portato a riflettere, in piccolo o in grande, sappiate che hanno fatto il suo lavoro. Cioè generare emozioni. Il marketing deve fare questo. Parlare alla vostra anima e, mentre lo fa, associare un impulso profondo a un marchio. Solo così si può costruire una relazione tra brand e esseri umani. Solo così si può sperare di far ricordare alle persone il nome o il logo di un prodotto, un servizio o un'azienda. E solo così si può sperare di far crescere il proprio business.
Deep Marketing è un'agenzia fatta di persone di lunga esperienza. Che rispettano la disciplina, l'arte e la scienza del marketing. E rispettano i clienti. Siamo partner affidabili, competenti e su cui puntare.
Se vuoi contattarci, o ti piacerebbe l'idea di lavorare con noi o per noi, non attendere oltre: info@deepmarketing.it
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